A. Fulvio* – R. Pellegrino°
° MD, Professor of Physical and Rehabilitation Medicine United Campus of Malta
* PT, OMPT, PFT Libero Professionista presso la Clinica Fisios
INTRODUZIONE:
L'incontinenza urinaria da sforzo (SUI) è l’involontaria e indesiderata perdita di urina, in occasione di aumenti della pressione intraddominale, in assenza di contrazioni detrusoriali.(1)
L'incontinenza urinaria da sforzo (SUI) rimane il più comune tipo di incontinenza urinaria ed aumenta con l’età e con l’avvento della menopausa (1-8), in questo la carenza di estrogeni e la debolezza muscolare, tipica della sindrome genitourinaria* (distrofia vulvo-vaginale postmenopausale), sono fattori causali importanti.(8,9,10)
[la carenza di estrogeni e la diminuzione del contenuto di collagene ed elastina nei tessuti, porta al diradamento e alla conseguente scomparsa dello strato superficiale dell'epitelio, che porta alla disfunzione della muscolatura liscia e alla degradazione del tessuto connettivo (supporto insufficiente del tratto urogenitale)(10)]
MATERIALI E METODI:
Nel periodo Marzo 2018- Febbraio 2019 è stato reclutato un campione di 100 donne (età media 63 anni ) con diagnosi ginecologica di SUI, insorta da non più di 6 mesi dalla data di arruolamento, e sindrome genitourinaria da menopausa.
Sono state escluse pazienti che presentavano prolasso genitale, quantificato con Pelvic Organ Prolapse Quantification (POP-Q), maggiore di +1 nel comparto anteriore, precedenti interventi chirurgici, infezioni del tratto urinario, obesità (BMI> 35 kg / m2) e trattamento farmacologico HRT o per SUI.
La valutazione è stata effettuata mediante: osservazione visiva, International Continence Society 1-h pad test, International Consultation Incontinence Questionnaire-Urinary Incontinence Short Form (ICIQ-UI SF) * e Scala di Oxford Modificata.
Il campione di pazienti è stato suddiviso a random in due gruppi omogenei formati da 50 pazienti ciascuno (gruppo A e B).
L’intero campione (gruppo A e B) è stato sottoposto ad un trattamento riabilitativo strutturato in 2 sedute settimanali per un totale di 16 sedute.
Ogni singola seduta di riabilitazione, della durata di 45 minuti, prevedeva l’esecuzione di esercizi di Kegel finalizzati alla tonificazione fasica e di endurance della muscolatura pelvi-perineale.
Le pazienti del gruppo A del campione, durante l’intero periodo del trattamento riabilitativo, sono state sottoposte per ciascuna seduta di terapia ad un trattamento aggiuntivo con terapia cellulare attiva (radiofrequenza a 448 khz - INDIBA® ; 20 min. IAS 6-7 Capacitivo E Resistivo) in associazione a stimolazione magnetica funzionale (Campo Magnetico Pulsato a 3 Tesla - Tesla Care® ; 20 min. 35hz) .
L’intero campione è stato sottoposto a follow-up a 8, 12 e 24 settimane dalla data di inizio del trattamento monitorando aspetto visivo, Pad Test, ICIQ-UI SF e Scala di Oxford Mod.
RISULTATI
In questa fase iniziale di studio hanno regolarmente completato il trattamento riabilitativo 50 pazienti (gruppo A e gruppo B) valutati alle 8° settimane in coincidenza con il termine del trattamento. In tutte le pazienti sottoposte al trattamento non si sono verificati eventi avversi.
Dai dati preliminari del presente studio, in accordo con i dati già presenti in letteratura, sembrerebbe confermarsi che gli esercizi di kegel si dimostrano efficaci nel trattamento della SUI. Il Gruppo A sembrerebbe evidenziare un maggior incremento di forza ed un più netto miglioramento del trofismo vulvo-vaginale
CONCLUSIONI:
La stimolazione magnetica funzionale in associazione alla terapia cellulare attiva potrebbe essere una nuova e promettente opzione non invasiva di trattamento della SUI in presenza di distrofia vulvo-vaginale.
RIFERIMENTI
1. G. Bolis, Manuale di Ginecologia e ostetricia, 2011
2. Giustini A. et al., Incontinenza urinaria: stato dell’arto in ambito riabilitativo, Atti della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia – Vol. LXXXI.
3. Pagano F., Artibani W., Cisterinono A., Ricerca epidemiologica sulla prevalenza dell’incontinenza urinaria nell’ULSS 21; CLEUP, Novembre 1991.
4. Bortolotti A., Bernardini B., Colli E. et al., Prevalence and risk factors for urinary incontinence in Italy, Eur. Urol. 2000; 37: 30-35.
5. Parazzini F. et al., J. Fam. Pract. 2002; 51.
6. Aggazzotti G., Pesce, et al., Prevalence of urinary incontinence among institu-
tionalized patients: a cross-sectional epidemiological study in a midsized city in
northern Italy, Urology 2000, 56(2): 245-249
7. Sherburn M, Guthrie JR, Dudley EC et al. Is incontinence associated with menopause? Obstet Gynecol 2001;98:628-633.
8. Buchsbaum GM, Chin M, Glantz C et al. Prevalence of urinary incontinence and associated risk factors in a cohort of nuns. Obstet Gynecol 2002;100: 226-229.
9. Wańczyk-Baszak J, Woźniak S, Milejski B, Paszkowski T.Genitourinary syndrome of menopause treatment using lasers and temperature-controlled radiofrequency. Prz Menopauzalny. 2018 Dec;17(4):180-184.
10. González Isaza P, Jaguszewska K, Cardona JL, Lukaszuk M. Long-term effect of thermoablative fractional CO2 laser treatment as a novel approach to urinary incontinence management in women with genitourinary syndrome of menopause. Int Urogynecol J. 2018 Feb;29(2):211-215.