CHIRURGIA PROTESICA CONSERVATIVA  DEL PROLASSO  UTERO-VAGINALE. STUDIO OSSERVAZIONALE

Carolina Tammaro*, Rossella De Mattheis* , Maria Rubino* , Gabriele Coppola* ,Marco Salomone*, Enrico Fusco, Maria Teresa  Pezzella*, Antonella  Zoccolillo*, GennaroTrezza*
*U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia . A.O.R.N. “G.Rummo” .Benevento. Direttore. G.Trezza

 

INTRODUZIONE
La chirurgia conservativa del prolasso utero-vaginale completo con conservazione dell’utero è una opzione terapeutica sempre più largamente proposta  ,in donne che non presentano controindicazioni generali, nonostante non siano ancora disponibili  studi scientifici che ne confermino con certezza  il ruolo(1) .
SCOPO
Il nostro studio si prefigge di seguire nel tempo un gruppo di pazienti  selezionate con criteri rigidi  che escludono i fattori di rischio per la conservazione uterina (Tab 1) e includono le indicazioni omogene e relative alla gravità del prolasso , età, peso .
MATERIALI E METODI
Abbiamo selezionato un gruppo di 30  donne  di età compresa tra 40 e 50 anni, con  prolasso utero-vaginale allo stadio III o IV sec. POP-Q , con  BMI  COMPRESO TRA 20 E 30  , assenza dei fattori di esclusione. 8 donne sono state sottoposte a chirurgia conservativa con sistema  protesico  totale e posizionamento della rete con siatema out-in (Prolift totale). 12 pazienti  hanno ricevuto una isteropessi  al sacro spinoso con sistema single incision ad aggancio posteriore  associato a  sistema di sospensione  protesico anteriore( UP hold + Pynnacle) . In 8 pazienti è stato utilizzato solamente un sistema  protesico di sospensione anteriore  single incision (Elevate anterior) . 2 pazienti hanno praticato ricostruzione protesica totale con sistema single incision ( Ingynious) . Alcune pazienti sono state operate in centri differenti. Tutte sono in studio osservazionale da almeno tre anni con l’obiettivo di osservarle per 10 anni annotando  annualmente non solo  il mantenimento del risultato anatomico ma soprattutto anche l’insorgenza di eventuali manifestazioni  indesiderate locali riconducibili alla presenza della rete di polipropilene.
RISULTATI
Nel primo anno di follow-up abbiamo registrato 2 recidive complete  del prolasso che sono diventate 3 nel secondo anno e 5 nel terzo. Le 2 recidive  parziali sono arrivate a 5 nel secondo anno e 6 nel terzo.. 3 pazienti mostravano una mimima esposizione della rete sul segmento vaginale anteriore ,sono diventate 5 al secondo anno e immutate nel terzo anno.. 6 pazienti  riferivano comparsa di LUTS nel primo anno ,divenute 10 nel terzo anno mentre 2 dichiaravano la scomparsa del disturbo con l’intervento e tale dato si mantiene nel tempo.

 

CONCLUSIONI
Le conclusioni derivanti  dall’analisi  dell’ incrocio dei vari fattori considerati  nello studio, suggeriscono  che il rischio di fallimento  sembrerebbe  indipendente  dalla tipologia del kit utilizzato  ma legata alla scelta dell’intervento  relazionata alla gravità del prolasso al BMI e all’ età della paziente.

Table 1 Controindicazioni alla chirurgia protesica
Fibromi ,adenomiosi,petologia endometriale
Storia di dysplasia cervicale
Anomalie del flusso mestruale non  chiarite
Sanguinamento uterino postmenopausale
Presenza di  BRAC1&2 ed aumentato rischio per neoplasie ovariche
Aumentato rischio per carcinoma tubarico e endometriale
Utilizzo di Tamoxifene
Innpossibilità ad una attenta sorveglianza ostetrica

BIBLIOGRAFIA

  1. R. Gutman, C .Maher. : Uterine-preserving POP surgery. Int Urogynecol J (2013) 24:1803–1813