VULVODINIA E PARTO VAGINALE: LA CASISTICA DELLA AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA PISANA

Autori ed affiliazione:
S. Spada1, E. Donati2, C. Battaglini, T. Simoncini1

1 Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Pisa.
2 Corso di Laurea in Ostetricia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Pisa.

Topic: Disfunzioni sessuali in uroginecologia.

Abstract
Scopo. Il termine “vulvodinia” indica un dolore cronico localizzato nell’area vulvare e persistente per un periodo di tempo superiore a 3 mesi – caratterizzato da bruciore, irritazione –  in assenza di cause anatomiche o neurologiche. Si tratta in realtà di un vocabolo che comprende un’ampia varietà di condizioni cliniche vulvari, a differente eziopatologia e fisiopatologia, accumunate tutte da uno stesso sintomo: il dolore cronico, continuo o intermittente, spontaneo o provocato, e invalidante.
Scopo dello studio è focalizzarsi sul metodo di diagnosi, eziologia e cura della vulvodinia, con particolare attenzione per le tecniche di riabilitazione del pavimento pelvico, e sulle buone pratiche assistenziali per la donna che ha sofferto di vulvodinia che affronta la gravidanza, il travaglio e il parto tramite l’analisi di 4 casi clinici.
Materiali e metodi.  Per ogni caso sono stati valutati: tipologia di parto, conduzione del travaglio e condotta ostetrica, ricorso alla partoanalgesia, metodo di sutura delle lacerazioni perineali o episiorrafia, esecuzione del PC TEST alla dimissione, valutazione della dolorabilità e sede del dolore. A tre mesi dal parto valutazione della funzionalità del pavimento pelvico e sessuale tramite PC TEST e questionario FSFI. E’ stato proposto e accettato un programma di riabilitazione. A 6 mesi dal parto, alla fine del trattamento di riabilitazione, le tre donne che hanno accettato e concluso il trattamento riabilitativo sono state sottoposte a ulteriore valutazione della funzionalità del pavimento pelvico, mediante esecuzione del PC-test.

Risultati. Valutazione della funzionalità del pavimento pelvico al momento della dimissione (II giornata).

 

A.M.

P.S.

A.N.

G.G.

Parità

0000

1001

0000

0000

Tipo di parto

PS

PS

TC

PS

PC-test

4/5

2/5

nr

2/5

Tono

normotono

ipotono lieve

ipertono

normotono

Dolorabilità

spiccata al tatto

spiccata

spiccata

spiccata

Sede del dolore

vulva, vestibolo

diffusa

vagina, introito vaginale

sede di episiotomia, paraclitoridea

Terapia domiciliare

no

massaggio perineale

massaggio perineale

no

Valutazione della funzionalità del pavimento pelvico e della funzionalità sessuale a 3 mesi

 

A.M.

P.S.

A.N.

G.G.

Parità

0000

1001

0000

0000

Tipo di parto

PS

PS

TC

PS

PC-test

4/5

4/5

3/5

3/5

Tono

ipertono modesto

normotono

ipertono grave

ipertono modesto a dx

Dolorabilità

modesta da sfregamento

assente

spiccata da sfregamento

assente

Sede del dolore

vulva, vestibolo

---

vestibolo, introito vaginale

---

FSFI test

30

32

nr

29

RPP proposta

scopo della RPP

terapeutico

preventivo

terapeutico

Terapeutico

RPP effettuata

TENS, chinesiterapia, rilassamento generale

chinesiterapia, rilassamento generale

no

chinesiterapia

Altra terapia

no

no

terapia psicosessuale

no

Valutazione della funzionalità del pavimento pelvico al termine della RPP

 

A.M.

P.S.

G.G

Trattamento effettuato

 

 

 

PC-test

4/5

4/5

4/5

Tono

normotono

normotono

normotono

Dolorabilità

assente

assente

assente

Uno o più cicli di riabilitazione pelvi perineale dopo il parto, a scopo terapeutico o preventivo, migliorano la funzionalità del pavimento pelvico: tre donne su tre presentano PC-test normale, normotonia e assenza di dolorabilità.
Conclusioni.
Nonostante la ridotta casistica, possiamo comunque trarre alcune conclusioni che si trovano in accordo con la Letteratura Internazionale. L’eziologia della vulvodinia è varia. La terapia scelta per il trattamento della sintomatologia è eterogenea (terapia farmacologica, terapia psicosessuale, riabilitazione pelvi perineale), e spesso il medico si avvale dell’associazione di più trattamenti.
Nella nostra struttura, la preparazione del pavimento pelvico, mediante massaggio perineale e stretching dei muscoli perineali, durante la gravidanza, non è ancora diventata una consuetudine da proporre indistintamente a tutte le gravide come metodo di prevenzione delle lacerazione perineali e ricorso all’episiotomia. Questa tecnica viene riservata soltanto alle donne che presentano trigger point e ipertono del pavimento pelvico, diagnosticati prima o durante la gravidanza.
Tutte le donne che hanno sofferto di vulvodinia sono spaventate dall’idea di partorire spontaneamente per via vaginale e richiedono ripetutamente il taglio cesareo. In questo studio sono state prese in considerazione le donne che, nonostante la paura di partorire e nonostante abbiano richiesto ripetutamente il taglio cesareo nei momenti più difficili, hanno poi affrontato con successo il travaglio di parto.
Delle quattro donne affette da vulvodinia che hanno affrontato il travaglio nella nostra struttura, tre pazienti hanno partorito spontaneamente per via vaginale (due nullipare e una primipara), mentre una paziente (nullipara) è stata sottoposta a taglio cesareo in corso di travaglio di parto per “arresto secondario della dilatazione e mancato impegno della PP”, compatibile con una sproporzione feto-pelvica da mal posizione fetale.
Le Best Practices, che dovremo mettere in atto per la tutela della serenità della donna affetta da vulvodinia durante i percorsi di accompagnamento alla nascita e durante la permanenza della donna in Sala Travaglio/Parto, saranno espressione di un’ostetricia basata sulle Evidence Based Medicine e verteranno essenzialmente su:

  • Introdurre l’insegnamento del massaggio perineale a tutte le gravide che partecipano ai corsi di preparazione alla nascita;
  • Individuare quelle gravide che, come le donne affette da vulvodinia, sono orientate verso la scelta di un taglio cesareo a richiesta materna, per sostenerle e indirizzarle verso una scelta più consapevole e ridurre il numero di tagli cesarei senza indicazione medica;
  • Incoraggiare la donna affinché assuma le posizione libere durante il travaglio e il parto;
  • Proporre al momento opportuno la partoanalgesia alla donna che ne può usufruire;
  • Ridurre al minimo le esplorazioni vaginali, da eseguire preferibilmente con guanto inumidito di olio di vasellina;
  • Utilizzare l’olio di vasellina anche durante la fase espulsiva per ridurre il traumatismo dovuto alla discesa della parte presentata, effettuando anche una sorta di massaggio perineale;
  • Evitare – quando possibile – la conduzione del periodo espulsivo da parte dell’ostetrica mediante esecuzione della manovra di Valsalva, e incoraggiare la donna a assecondare il premito spontaneo;
  • Evitare la manovra di Kristeller;
  • Porre particolare attenzione al momento dell’assistenza al disimpegno della parte presentata;
  • Creare uniformità su materiali e tecniche di sutura delle lacerazioni vulvoperineali e dell’episiotomia.