SACROCOLPOPESSI ROBOTICA: LA NOSTRA ESPERIENZA

Autori ed affiliazione:
 Cristina Cesana1,
Mario Villa1, Luca Damiani2, Maria Lamanna3, Giulia Scordovillo4, Antonio Pellegrino5.

1 Ostetricia e Ginecologia, Ospedale A. Manzoni, via Dell’Eremo 9/11, 23900 Lecco, Italia

2 Ostetricia e Ginecologia, Ospedale San Leopoldo Mandic, Largo Mandic 1, 23807 Merate,I talia

3 Ostetricia e Ginecologia, Università degli Studi di Milano Bicocca, Milano, Italia

4 Ostetricia e Ginecologia, Università di Napoli, Napoli, italia

 

Topic: recidiva di prolasso genitale, chirurgia

 

Abstract

Scopo: La sacrocolpopessi è una procedura trans addominale  per la correzione chirurgica del prolasso della volta vaginale (VVP), sicura, efficace con basso tasso di recidive. Non tutti i pazienti posso affrontare questa chirurgia; la laparoscopia e la laparoscopia robot assistita comportano difficoltà anche nelle mani di un chirurgo esperto. Il nostro lavoro ha come end point primario lo studio della fattibilità e la morbosità a breve termine della chirurgia robotica con robot Da Vinci e come end point secondario i risultati clinici in termini di complicanze a lungo termine e le recidive.

Materiali e Metodi: L’analisi prospettica include le procedure eseguite tra ottobre 2012 e febbraio 2016, in pazienti con VVP post-isterectomia definiti secondo la classificazione POP-Q (C ≥0). Il device utilizzato è una rete a Y in polipropilene (Alyte, C.R., Bard, Covington, GA, USA).

Risultati: 33 sono le procedure eseguite. Il follow-up medio è di 38 mesi (range: 2-60). Il tempo operatorio totale medio è di 185 minuti (range: 170-235). La perdita di sangue stimata è di 50 ml (range: 30-150). Una è la complicanza intra operatoria (cistotomia). Non è riportata nessuna esposizione/ erosione, incontinenza ex novo. Sono stati osservati un caso di cistocele di III grado isolato asintomatico (Aa 0 Ba +0,5) ed un caso di rettocele asintomatico (Ap -1.5 Bp -1) a 16 e 25 mesi di follow-up. Il 97% dei pazienti ha riportato di essere soddisfatto della procedura. Nessuna paziente ha sviluppato iperattività detrusoriale ex novo. Una paziente ha recidivato a 3 mesi con ritenzione di urina e difficoltà di svuotamento ed è stata candidata a nuova procedura trans vaginale.

Conclusioni: La difficolta’ maggiore è la scelta del landmark sacrale in assenza del feedback tattile e dalla variabilità anatomica della concavità sacrale, dello spazio presacrale in relazione all'habitus della paziente, alle pregresse chirurgie e ai lori esiti endoperitoneali. L'uretere destro è il marker laterale anche in caso di inadeguata visualizzazione del promontorio e deve essere identificato prima dell'accesso retroperitoneale.

Il tempo operatorio nella nostra serie è in linea alle pubblicazioni scientifiche, tuttavia ancora alto.

I maggiori tempi operativi sono ovviati e bilanciati dai vantaggi: la visione 3D, che aumenta l'identificazione dei piani corretti, allo scopo di eseguire un'attenta dissezione dello spazio vescicale, rettovaginale e presacrale, la morbosità a breve e lungo termine (sanguinamento, degenza, mobilizzazione, ripresa funzionale). Questa serie conferma i risultati ottimali a medio lungo termine garatendo esiti anatomici e funzionali sovrapponibili alla via addominale con i vantaggi dell'approccio mininvasivo.