CORREZIONE DEL DIFETTO APICALE MEDIANTE CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA FASCIALE.RISULTATI ANATOMICI A DISTANZA DELL’APPROCCIO VAGINALE E LAPAROSCOPICO

Amato NA, Del Corso A, Fiaccavento A, Zanolla L*, Zaccoletti R
UOC Ginecologia ed Ostetricia Casa di cura "Dr Pederzoli" - Peschiera del Garda (VR)
* Azienda Ospedaliera Universitaria integrata Verona – Dipartimento di Medicina- Divisione di Cardiologia- Verona

Abstract
Scopo: L’obiettivo primario del nostro studio è stato verificare il tasso di recidiva di prolasso apicale dopo chirurgia riparativa fasciale vaginale e laparoscopica. Abbiamo analizzato anche degli obiettivi secondari.
Materiali e metodi.
Abbiamo condotto uno studio prospettico su 67 pazienti affette da prolasso genitale da difetto apicale > II grado e sottoposte a chirurgia riparativa fasciale o vaginale (gruppo A, n= 45, 67.17%) o laparoscopica (gruppo B, n=22, 32.83%). Il follow up ha previsto controlli semestrali sino a 2 anni, poi annuali.
L’approccio chirurgico vaginale è consistito in isterectomia e colposospensione ai legamenti utero sacrali secondo McCall (n=43) o Shull (n=3); l’approccio chirurgico laparoscopico è consistito in isterectomia totale e colposospensione ai legamenti uterosacrali secondo tecnica di Shull (1) modificata dal nostro team (isolamento dei legamenti uterosacrali dagli ureteri e ricostruzione del pericervical ring). Quando necessario è stato corretto anche un difetto del compartimento anteriore e/o posteriore > II grado e/o è stata eseguita una procedura chirurgica antincontinenza.
L’età della donna, la presenza di patologie annessiali benigne, il trofismo dei legamenti utero sacrali e la presenza o meno di attività sessuale sono stati i parametri considerati nella scelta dell’approccio chirurgico.
Tutti gli interventi sono stati eseguiti dallo stesso team chirurgico e con le stesse tecniche.
Risultati:
La durata media del follow up è stata 16.38 mesi nel gruppo A (95% CI=14.09-18.68) e 36.40 mesi nel gruppo B (95% CI=29.55-43.25).
La differenza di età media nei 2 gruppi è risultata statisticamente significativa (p<0.0001): 68.44 anni nel gruppo vaginale (SD=7.02; 95% CI=66.33-70.55) e 56 anni in quello laparoscopico (SD=9.37; 95 CI=51.84-60.15). Simile, invece, l’indice di massa corporea (26.07 nel gruppo A vs. 25.98 nel gruppo B).
La recidiva totale di prolasso apicale è risultata del 2.98% (2 casi) ma debolmente significativamente più alta nel gruppo B (p= 0.04): 0 casi nel gruppo A, 2 casi nel gruppo B (9.09%).
La durata dell’intervento è risultata significativamente più breve nell’approccio vaginale (p<0.0001; gruppo A: media 95min; 95% CI 87.96-102.53min vs. gruppo B media 138min; 95% CI 120.55-157.16min)
Simili nei 2 gruppi le perdite ematiche (gruppo A medio 98ml vs. gruppo B medio 35.45ml) e il delta emoglobina medio (1.84 gr/dL gruppo A vs. 1.54 gruppo B), il numero di giorni medio di cateterismo (2 giorni in entrambi i gruppi), l’eventuale utilizzo di auto cateterismo (0 casi gruppo A vs. 1 caso gruppo B) e la durata media della degenza (3.13 giorni gruppo A vs. 3.22 giorni gruppo B).
Si è verificata 1 sola complicanza intraoperatoria (minore e nel gruppo A) e 6 complicanze postoperatorie precoci, ma solo 1 (1.49%) maggiore (idronefrosi da occlusione ureterale con McCall vaginale).Non è stata registrata alcuna complicanza postoperatoria tardiva.
In accordo a quanto riportato in Letteratura (2,3,4) la lunghezza vaginale media è risultata significativamente maggiore nel gruppo laparoscopico (p=0.0005; gruppo A media 7.47cm, SD 1.59cm, 95% CI 6.67-8.26cm vs. gruppo B media 9.02cm, SD 0.75cm, 95% CI 8.66-9.38cm).
Conclusioni.
La correzione del difetto apicale mediante chirurgia ricostruttiva fasciale (vaginale o laparoscopica) offer buoni risultati in termini di recidiva di prolasso apicale ed incidenza di complicanze maggiori (5,6).
Bibliografia

  1. Shull BL, et al. A transvaginal approach to repair of apical and other associatesites of pelvic organ prolapse with uterosacral ligaments. Am J Obstet Gynecol 2000;183(6):1365-73; Discussion 73-4.
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